martedì 28 ottobre 2008

L'avanzata del Cloud Computing

Dopo essermi perso dietro agli impegni universitari, che mi porteranno (probabilmente) a finire gli esami entro pochi giorni, ho pensato di scrivere qualche riga su una delle "keyword" del momento: cloud computing.

Seguo ormai da qualche tempo la crescita costante di interesse del mondo informatico a riguardo; E proprio in questi giorni ha ricevuto una spinta notevole da parte di Microsoft, con la presentazione di una piattaforma di servizi per il cloud computing: Azure. D'altra parte la stessa tecnologia era già stata criticata da Richard Stallman, ma andiamo con ordine.

Il concetto principale del Cloud Computing (ma non è _solo_ questo) è il fatto di fornire software come servizio attraverso Internet (la classica nuvoletta nei diagrammi di rete, da cui il nome). Da qui le critiche di Stallman, che vede come un pericolo il fatto di accettare sempre di più che i nostri dati (ed anche quelli aziendali) risiedano fisicamente su server remoti, potenzialmente di proprietà e sotto il controllo di aziende esterne. Infatti pensiamo ad aziende che affidano la contabilità a fogli di calcolo su Google Apps. Rubare la password di un account internet è sicuramente più semplice che penetrare in una rete aziendale e rubare dati dal server centrale.

Ma d'altra parte con l'avvento della categoria dei subnotebook o netbook, si fa sempre più concreta ed appetibile la possibilità di usare il browser in giro per il mondo lavorando su computer decisamente più potenti e più sicuri (se non altro dal punto di vista del backup, ridondanza e per il fatto di essere in un data center) attraverso internet. A questo punto il fatto di non avere i dati nel proprio pc può diventare un punto di forza.
Come non si può definire punto di forza il fatto di essere in giro per lavoro con un portatile che pesa meno di un kg e che costa 300 euro, poter lavorare su documenti grossi, salvare foto etc.. e non dovermi preoccupare più di tanto se mi si rompe/me lo rubano?

Quindi come al solito, credo che la tecnologia di per sè non sia pericolosa e che non sia neanche indispensabile, ma utile ed interessante. Quindi con un po' di buon senso, sapendo a cosa si va incontro, si può decidere in che modo usufruire di questa nuova tecnologia su cui un sacco di aziende di livello mondiale stanno investendo non poche risorse..

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